martedì 9 gennaio 2018

BAMBERGAMO


Cosa facciamo a Capodanno?
Questo quesito potrebbe far imbestialire qualcuno, altri potrebbero impazzire, altri ancora potrebbero farsi esplodere il cervello a furia di sentirselo domandare.
Per noi quest'anno (come gli anni passati  grazie alla mia pressione sociale) è stata una scelta facile, una scelta sentimentale più che turistica: andremo a Bamberg, in Germania.
Qui vive Sara, la cugina di Luca e Vero.
Sara è una ragazza sensibile e fragile, ma anche una donna forte e coraggiosa. Fisicamente Sara pesa quanto un chihuahua e ha lunghi e soffici capelli chilometrici, che si diverte ad intrecciare e modellare: quando si scioglie i capelli qualcuno in fondo al suo vicolo inciampa.
Sara, di padre italiano, non ha dimenticato la sua lingua madre, anche se l'accento tedesco ha deportato quello novarese.



Sara ha un raro disturbo legato alla percezione visiva: solo lei, infatti, pensa che Luca sia bello. Luca è sempre felice di passare del tempo con lei, soprattutto perché Sara gli fa molti complimenti che il ragazzo pensa di meritarsi.
La sua esaltazione infantile di fronte alle lusinghe di Sara, annulla la sua difficile convivenza con le sue tre sorelle, Francesca, Laura e Vero.
Anche loro verranno con noi in Germania, accompagnate dai loro fedeli cavalieri Matteo, Michael/Maicol/Micael e il già noto Ax.
Dopo svariati mesi passati strisciando al cospetto di Laura e Francesca per convincerle ad intraprendere questo viaggio con noi, finalmente riusciamo a stabilire una data. O forse no.
"Ma quindi quando partiamo?" Questa la domanda che ci pone Francesca tre volte al giorno mediamente, soppiantata dalla sua perenne preoccupazione stabile dentro sé.
 Francesca, classe 1990, è una mamma senza figli (eternamente in ansia per tutti), una casalinga con un lavoro (ha un'ossessione maniacale per la pulizia) e una giornalista senza licenza (fiuta qualsiasi conversazione di gossip e si introduce nel discorsi per saperne di più).
Molte persone, compresa me, hanno timore al suo cospetto: guardarla negli occhi mentre esprimi un parere contrario al suo potrebbe essere letale e doloroso.
Francesca, meglio nota come "la Fra", è sempre sull'orlo della psico-esplosione celebrale quando qualcuno a cui tiene esce di casa, anche solo per buttare la spazzatura. La ragazza mostra eccessiva preoccupazione anche a movimenti estranei, che possono disturbare il percorso di chi butta la monnezza, come mosche killer o meteoriti cadenti. Ma Fra eccelle nella sua  nevrosi quando il soggetto da proteggere è Lilla, la sua centenaria cagnolina. Lilla ha più vestiti di me. Lilla riceve più baci di quanti ne riceva io da Luca. Lilla non viene mai abbandonata da Fra, nemmeno quando è a tavola o quando ha la dissenteria. Fra ama la sua cagnolina tanto quanto Michael, il suo compagno, ama la sua paletta da pizzaiolo. Michael, infatti, è un polilavoratore: in settimana fa un lavoro che nessuno ha ancora capito, mentre nei weekend prepara le pizze. Oltre al lavoro, esistono altre cose di Michael che non abbiamo ancora capito, tra queste come si scrive il suo nome. Michael, infatti, si diverte a prenderci in giro e a farci dubitare di qualsiasi cosa, perfino della nostra stessa esistenza.
Il giovane ragazzo trova interessante e divertente ogni argomento, il che lo porta ad esprimere entusiasmo e allegria di fronte a qualsiasi situazione. Il tutto viene placato fin da subito da uno sguardo pungente di Fra, che calma le acque in tempesta nell'animo del meccanico-pizzaiolo.
Michael ha la straordinaria capacità di interagire con gli oggetti, quando gli interlocutori sono assenti o lo mandano a cagare. Michael può essere anche considerato la sedia di Francesca, nonostante la presenza di divani e spazi liberi dove potersi sedere.



 Questo lato del suo carattere contrasta notevolmente quello di sua cognata Laura, la seconda sorella di Luca.
Laura, il nanerottolo, è piccola e minuta. Passa intere giornate a studiare e le sue pause dagli studi consistono nel ripasso delle lezioni. Laura ama il silenzio e l'apatia facciale. È difficile non domandarsi se vuole ucciderti facendoti soffrire o farti fuori immediatamente non appena affronti il suo sguardo.
Quando sembra che la felicità l'abbia abbandonata, eccola che sorride e caccia un urlo strillante per rimproverare Samuel, un raro esemplare di cane-maiale che cambia hobby ogni tre giorni (adesso ha deciso di mangiare la spazzatura).
Laura presto diverrà un veterinario di successo, l'unico vero dottore della famiglia (Vero e Luca sono dottori in design, in caso di un malore improvviso in mezzo ad una folla dove urge l'intervento di un dottore, potrebbero intervenire).
Pensare allo stipendio di Laura in futuro può solo che tranquillizzare Matteo, il suo ragazzo da ormai 17 anni. Teo, infatti, ha deciso di licenziarsi e farsi mantenere, solo per passare tutto il giorno a farsi selfie e comprare go Pro per farsi selfie.
Teo non ha nessun tipo di origine napoletana, non conosce nessun napoletano e nemmeno ci parla. Il fatto che sulla sua carta d'identità ci sia Sansone come cognome è una pura ingiustizia divina. Teo, infatti, è un corista e ultras dell'Atalanta, un vero fedele della Dea e un tifoso sfrenato.
Oltre al calcio e ai selfie, Teo adora la sua piccola. Non parlo di Laura, ma della sua nuova macchina brillante e sempre splendente,per la quale porrebbe il suo esule ma possente corpo in sacrificio. Il giovane e muscoloso fanciullo ha deciso scolpire il proprio fisico, andando in palestra dove viene perennemente abbordato da Mister X (colgo l'occasione per porre al garzone i miei più cari saluti per via della sua scomparsa causa fidanzamento. Serio.)
Teo non ha mai battuto nessuno in niente, è stato sconfitto persino al lancio dei dadi. Da se stesso.



Due situazioni particolari causano l'ira funesta di Francesca: essere preoccupata per qualcosa e non esserlo. La sua maggiore attenzione viene catturata dal mezzo di trasporto che condurrà sua sorella minore Vero verso nove ore di macchina: l'obsoleta Clio color cielo in tempesta di Ax.
Vero, infatti, dividerà il respiro col suo cavaliere in sella ai decrepiti 20 cavalli della sua vecchia, o meglio, stagionata auto d'epoca. L'accoppiamento è fin troppo scontato: a condividere il disagio saremo Luca ed io.
Teo sarà l'altro autista prediletto all'unanimità, basata sul solo voto di Francesca; il bergamasco d'oc dovrà sfoggiare la sua fresca 500 che odora ancora di passaggio di proprietà, verso le sconosciute ed intrepide terre crucche.

Le preoccupazioni di Francesca, però, non riguardano solo lei. Anche noi quattro, la banda dei fumatori seriali, tentenniamo sospetti verso la scelta della vettura non appena Ax riferisce la dura verità confidatagli dal padre: il serbatoio perde,possiamo riempirlo fino a tredici litri.
L'alternativa è quella di viaggiare con la C1 di Luca, la macchina fatta di cartone e preghiere, perciò sentenziamo il meglio del peggio.
Sarà dura per i nostri fragili sentimenti non appena gli altri sapranno di questo inconveniente, ma il silenzio è il miglior modo per sfuggirne.

29 DICEMBRE

Diamo il buongiorno al beota cane Samuel, che cerca di privarci della colazione dopo essersi divorato un intero panettone il giorno prima. Salutiamo anche Teo, alle otto in punto, che scuote il capo mostrando commiserazione per la sua auto. Ne approfitta per qualche selfie da aggiornare sul suo profilo Instagram. Laura inizia a non sopportarlo verso le otto e pochi minuti. Ci raggiungono anche i neo conviventi Francesca e Michael, ai quali decidiamo di rovinare per sempre questa giornata: Ax si fa sfuggire il grande segreto della benzina, il tutto mentre tenta per la quarta volta di avviare il motore accompagnato da cigolii di porte mai aperte e imbarazzo travolgente. In secondo piano,  Michael sorride alle piante.
Aspettiamo che passi un venditore di rose per tagliare la tensione, ma non riusciamo a sfuggire al ricevimento acustico delle parole di Vero a Francesca, che si offre di prestarci la propria Fiat. Nonostante qualche leggero spruzzo di ripensamenti, Ax è troppo legato al proprio orgoglio così come alla sua macchina e al viaggiare sempre sospesi tra la vita e la morte. Rifiuta la proposta, consapevole che ci sono buone probabilità di rimanere fermi al ponte di Canonica.

La partenza si rivela tranquilla, seguita da un insieme di controversie nei quali l'auto ha serie crisi d'identità: non riconosce più se stessa come un'automobile, pensa di essere un carrello della spesa dell'MD e pian piano assume la sua velocità. La salita crea gravi tensioni psicologiche, Ax non è più in grado di controllare l'acceleratore, ma la Madonna del Carmelo ci veglia e il ritmo incalza monotono.

Teo mostra particolare attenzione e senso materno per la propria macchina, tanto che si innamora del gas e lo accarezza coccolandolo, raggiungendo un massimo di 90 all'ora. Intravediamo del fumo uscire dalla marmitta: non è un guasto, è Francesca incazzata, che si sta lamentando sul gruppo di Whatsapp dell'elevata rapidità.
Anche loro scorgono del fumo uscire dal nostro mezzo, ci affiancano per accertarsi che Vero sia ancora viva (di noi tre non gliene frega un cazzo), ma è solo nebbia di sigarette che si è condensata perfino nello specchietto retrovisore.
Il motivo dell'affiancamento risulta essere un altro: Teo ci chiede di scattargli una foto.

Pur di non sborsare i pochi soldi a disposizione alla Svizzera per il bollino, optiamo per l'Austria e qualche ora più in movimento.

Raggiungiamo uno dei primi autogrill alle porte  del confine, dove i piedi dei nostri autisti eroi possono riposare.
Ci troviamo sul Brennero, e uno spesso strato di soffice neve ricopre le strade. Le montagne sembrano grandi pandori ricoperti di zucchero a velo, il freddo gelido e secco ci sfiora soave opponendosi al calore della nostra pelle, che assume pian piano la stessa temperatura. I pini sono rivestiti da una delicata e cedevole neve, che si scioglie a poco a poco colpita da qualche timido raggio di sole.
Sul cielo quieto e di un azzurro intenso scorgiamo delle mongolfiere che varcano le cime innevate delle Alpi, così eleganti e scultoree. Perfino Laura riesce gradire l'intensità della Natura che ci circonda.
A me scappa la cacca. Attendo il via libera di Vero, che mi assicura l'assenza di esseri umani nel bagno. Non appena entrata, qualcuno mi segue costringendomi a tardare lo svuotamento intestinale da tarda dissenteria, e la partenza verso la Tedeschia.

Ripartiamo fiduciosi e impazienti di raggiungere Sara, che nel frattempo ci comunica il suo assillo unicamente per cosa vorremmo mangiare.
Nemmeno i nostri genitori provano ansia, si fa sentire solo il padre di Luca per ricordargli di versare la sua quota mensile per la casa.



Il viaggio prosegue in modo impeccabile, fin'ora la Clio ci ha dato solo soddisfazioni. Al contrario, Teo scatena  noia e incomprensione, proseguendo a velocità ridicole perfino nelle autostrade in Germania, dove il limite è direttamente proporzionale alla tamaraggine personale.

Appena varcato il confine, decidiamo di provvedere al rifornimento di diesel nel primo distributore presente.
Questa splendida idea balza nella mente di oltre 100 guidatori, e la coda pare infinita.
Ogni corsia è suddivisa in base al tipo di rifornimento, per i più ignoranti ci sono i disegni oltre che indicazioni in 23 lingue diverse. Nonostante ciò riusciamo a sbagliare coda e a stanziarci in mezzo alle palle per indovinare il giusto distributore.
Quattro cervelli riescono in oltre cinque minuti a capire che ci sono anche i disegni, perciò, da perfetti italiani, ci dirigiamo ci corsa verso la giusta direzione.
Nel frattempo Teo, Laura, Francesca e Michael ci aspettano a circa 50 metri più lontano.
L'orologio prosegue, il tempo scorre, la macchina rimane ferma e le autovetture davanti immobili. Dev'esserci qualche problema, il sovraffollamento alle casse probabilmente.
È possibile che tutto ciò sia causato anche dalla presenza di una sola cassiera incapace all'interno dell'autogrill, che deve affrontare centinaia di automobilisti incazzati.
L'olandese che ci anticipa decide di approfittare del momento per pulire la macchina, mentre la nostra pazienza si sta mutando in tentazione omicida.
Luca scende per imitarlo, ma non trova il secchiello (proprio di fronte a lui) e pulisce il parabrezza con una palla di neve.
Teo ci scorge da lontano, non sembra spazientito come noi perché ha avuto il tempo di andare a pranzare al McDonald e digerire beatamente.
Decidiamo di sfidare le raccomandazioni dell'onorevole padre di Ax, riempiendo il serbatoio e affidandoci alla sorte.
Al contrario delle aspettative e dei nostri timori, la linea che segnala le tacche non scende, anzi risale ogni 20 km.
Ax maledice i simpatici scherzi del padre, promettendone vendetta.
Ripartiamo in forma, stanchi ma desiderosi di sdraiarci su un letto a riposare.
La Germania offre paesaggi agricoli ben tenuti, vasti campi ordinati e un circondario pazzesco.
I piccoli villaggi che riusciamo a scorgere da lontano caratterizzano la particolarità del panorama: piccole case ammucchiate di ogni colore e dimensione catturano la nostra attenzione, perfino quella di Vero che si trova nel bel pieno del periodo temporale giornaliero dove odia qualsiasi cosa le venga in mente. Sono solo le quattro.

Pur di ricaricare la sigaretta elettronica anti etero di Ax, acconsentiamo al sottofondo musicale scelto da Vero: Vasco Rossi.
Questo suddetto urlatore e compositore di vocali ripetute infrange ogni mia sensibilità e sfida la sopportazione uditiva fino ad un limite massimo di trenta secondi di canzone.
Invece stiamo ascoltando tutto l'album.
Vero, che ha speso oltre 100 euro per assistere ai suoi gemiti e lamenti cantati, difende il suo idolo citando proprio le sue parole più note: "Eeeh casso volete voi da meeeh? Eeeh vieni qui eeeh vuoi da bereeeeeh?"

L'altra combriccola sulla 500 ci comunica che Teo è gravemente in riserva, ma vuole testare l'abilità della sua macchina. Ci complimentiamo per il giusto momento prescelto per questa scommessa con se stesso. Perfettamente azzeccato direi.
Laura e Francesca non si limitano a questo, ma iniziano un rito voodoo contro la vita di Teo, minacciandolo di morte e torture sanguinarie. Teo risponde con un selfie per Instagram, mentre Michael si guarda allo specchio e parla col suo riflesso esprimendo gioia.

Raggiungiamo casa di Sara a Bamberg, che ci accoglie con spirito per niente tedesco, ma terronico. Teo giunge con gli ultimi 37 metri di autonomia rimasti, mentre la polizia accosta per scoprire le nostri intenzioni per la sosta: l'avremmo spostata o no?
Ma ci pensa Lui a comunicare con i sicofanti (etimologicamente traducibile con delatori).
Lui sa tutto ed ha sempre ragione, e anche quando sbaglia in realtà non sbaglia: è la verità che si rivela errata.

La sua forza fisica e potenza corporale è come la superficie della Crucchia: mai abbastanza.
Il suo sguardo freddo e fiero, come la lingua del suo paese: tutti i linguisti, infatti, sono d'accordissimo sul fatto che ci deve essere qualcosa di profondamente sbagliato in una lingua che necessita di ben 4 consonanti (tsch) per indicare il suono della c dolce; nonostante questo, la fonetica è tra le più fatschili da imparare, basta ingoiare un rasoio arrugginito e ruttare fortissimo. L'unico inconveniente è che, sbagliando la coniugazione dei verbi, si dichiara automaticamente guerra alla Polonia.
Comunque. Lui è Chris, vincitore olimpionico come mangiatore seriale di salsicce e come bevitore di birre ad alto tasso alcolico.
Meglio noto come il fidanzato di Sara.



Quest'ultima è totalmente esaltata dal nostro arrivo, tant'è che ha passato buona parte della giornata a cucinare cibo deutsche per noi: i nostri stomaci ingloberanno decine di weisswurst e di bratwurste. Come condimento una leggera insalata di crauti che purtroppo non trova spazio nelle nostre pance scoppianti, se non in quella di Ax e Chris.

Sara abita in un grazioso appartamento in periferia, abbastanza grande per lei e suo figlio Matteo di quattro anni. Fin da subito carpiamo la sua ossessione per le fotografie, appese in ogni parete in modo compulsivo. Pensiamo che il nostro regalo può solo che incrementare questa mania: un'ennesima foto incorniciata, che tra l'altro aveva già provveduto a stampare ed appendere mesi fa.

Luca ed io lanciamo i nostri zaini nella cameretta del piccolo Matteo, dove veniamo sfidati da un materasso gonfiabile sgonfio. L'unico modo per poterlo utilizzare si rivela un suicidio di massa, dobbiamo, infatti, sfruttare al meglio le nostre vie respiratorie coordinandole coi nostri polmoni e facendo attenzione a non perdere aria dal culo.
Per Luca la fuoriuscita di gas intestinale si rivela incontrollabile, dunque sono costretta a prendere in mano la situazione e, ancora una volta, salvare la mia ragazza da possibile morte per deficit mentale.




Francesca, vedendoci all'opera e sopratutto notando l'intensa attività fisica e respiratoria al quale siamo costretti, ci autorizza a poter dormire su quel materasso. La sua presenza si prolunga fino all'istante in cui si rende conto che sono già tre minuti e mezzo che non è attaccata a Michael, il quale sta interagendo con le fotografie appese alle pareti, con un sorriso splendente e innocente.
Ad assistere all'autotortura è anche Laura, che ci offre il suo aiuto. Dopo mezzo respiro però, la futura veterinaria ha consumato il 90% delle sue gracili capacità, e, dispiaciuta, ci abbandona.
Teo decide anch'egli di essere presente per qualche minuto, ma giusto il tempo di qualche autoscatto e, anche lui, ci trascura.
Ax, invece, al contrario degli altri ci porta dell'ottima birra tedesca che non fa altro che rallentare la nostra performance. A lui non frega un cazzo, tanto gli altri hanno deciso di farlo dormire isolato nella stanza di Sara, dati i suoi piccoli impicci notturni: Ax, infatti, è un raro esemplare di russatore senza contegno.

Dopo infinite ore, finalmente il materasso è pronto e possiamo raggiungere il resto della famiglia in sala. Siamo tutti esausti dal lungo viaggio in macchina, ma questo non ci impedisce di svaccarci sull'immenso divano morbido, dove Francesca e Michael dormiranno.
Laura e Teo hanno sistemato i materassini da campeggio sempre nella stessa stanza.

Qualcuno dà il via all'infinito e ingestibile traffico di birre artigianali, che Sara ci ha procurato nei giorni antecedenti al nostro arrivo. Teo e Luca, invece, prendono una decisione che porterà ad un labirinto di dipendenza patologica, al quale non sapranno sfuggire per ore e ore: giocare alla Play.
Vengono corrotti a questa trappola infettiva anche Chris e Michael e la serata prende una brutta piega basata sulla competitività e sulla sfida virile. Teo riesce a perdere ogni partita di Takken 6, nonostante nessuno dei machi sapesse giocare, la loro unica strategia è schiacciare i tasti in modo casuale e vincere per pura ed unica accidentalità.
Luca si fa coinvolgere oltremisura, tant'è che nasce in lui una nuova malattia che lo distacca dalla realtà, portandolo a rovesciare una bottiglia di birra, mentre fuori inizia a nevicare.

Mentre lo afferro per le basette costringendolo a fermarsi e andare a dormire, sollevo il capo verso l'alto nella speranza che qualche Santo possa fargli dimenticare la presenza della Play domani.




30 DICEMBRE

Oggi andremo a Norimberga, a circa 60 km di distanza, prima però ne approfitteremo per una grossa spesa in previsione della sopravvivenza fino al 2 Gennaio, quando i supermercati riapriranno.
Riempiamo due carrelli, uno solo di birre.
Teo prende anche una serie di petardi e fuochi d'artificio fabbricati per un limite d'età pari a sette anni.

Trovare parcheggio è un'impresa quasi intrepida, siamo costretti a rievocare il famoso parcheggio ad S sul marciapiede, assolutamente illegale, che ogni scuola guida italiana insegna con fierezza.
Sentendoci urlare a squarciagola da una macchina all'altra, un anziano passante riconosce la propria razza italiana, e ci supporta nella sosta illecita.
Dopo essere scesi dalle macchine, il signore rianima la propria residenza tedesca lunga 40 anni, allarmandoci della presenza di vigili urbani nei dintorni. Proseguiamo incuranti e senza responsabilità alcuna.

Il centro di Norimberga appare grazioso e delimitato dalla collina sulla quale si trova il castello imperiale, con la sua cinta muraria. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Norimberga era praticamente rasa al suolo, ed è veramente notevole vedere come la città è stata ricostruita e rinata in molte parti: le chiese del centro, le mura di cinta con alcuni torrioni, la fortezza imperiale che sovrasta la città e numerosi edifici storici. E' una città grande, ma ha molti tratti romantici e accoglienti.
Le ricostruzioni creano uno scenario interessante e un delizioso ambiente gotico, nel quale si trovano centinaia di turisti ogni anno. La città è situata sulle rive del fiume Pegnitz, dove Sara ci fa da guida turistica.
Le sue conoscenze storiche sono notevoli ed impressionanti, quasi incredibili. Lei e Chris ci conducono in una tipica taverna tedesca, a riempirci gli stomaci di Bretzel e salsicce.
Di fronte a me scorgo anche una presenza famigliare: una mia ex compagna di liceo si trova lì col suo ragazzo. Quando si dice che il mondo è piccolo.

Con le pance ancora sull'orlo di una crisi intestinale, proseguiamo con l'esplorazione della città, che Ax chiama "paesello".
Visitiamo il castello e attraversiamo il delirio umano da shopping, con centinaia di negozi e catene d'abbigliamento note al grande pubblico, dove Francesca e Michael si isolano per fare compere.
Anche Teo curiosa nel noto negozio Timberland, ma Luca ed io entriamo a recuperarlo facendo notare agli altri clienti che la presenza di Teo è puramente finalizzata al nulla poiché non ha soldi. Finge di non conoscerci.





















Chris ci saluta perché deve incontrare degli amici. Sara approfitta dell'assenza critica tipica di un ragazzo rompicoglioni per farsi un piercing all'orecchio. La accompagno tentata di imitarla, ma il mio ragazzo è lì, e piuttosto di evitare le sue ramanzine, rinuncio al desiderio.

Torniamo a casa per cena. Incuranti di esplorare una notturna Bamberg, ci buttiamo sul divano dando inizio al rituale alcolico.
I bambini tornano a giocare alla PlayStation, e per Luca la malattia si aggrava. Teo non riesce a stargli dietro, decide dunque di cambiare gioco e sperare in una vittoria.
Ha inizio la grande sfida di Fifa 16. Perfino Michael e Chris sono annoiati di fronte a tale immaturità.

Si è fatto tardi, e prima di andare a letto minaccio di morte Luca, il quale rovescia l'ennesima bottiglia di birra e mi segue intimorito.
A letto continua a sfidare Teo a Clash of Clane e ormai il mio animo ha raggiunto un'esasperazione così elevata che sono costretta alla rassegnazione.

31 DICEMBRE

Oggi abbiamo deciso di far visita alla sorella del nonno di Luca, Francesca, Laura, Veronica e Sara.
Andremo a Gefrees, dove si trova la casa dei loro parenti, purtroppo recentemente scomparsi.

Ad animare questa malinconica e nostalgica visita, ci fa compagnia il piccolo Matteo figlio di Sara (per motivi di privacy non esporremo le sue foto).
Matteo, chiamato anche baby bear, baby beer o Mattiiio, è un futuro teppista, che a soli quattro anni ha richiesto una pistola vera alla madre per poter sparare alla folla.
Un piccolo grande assaggiatore di birra, Matteo tenta di ucciderci con un bastone fingendo che sia un kalasnikov. Questo bambino è già fin troppo sveglio per la sua età, tra qualche anno potrebbe schiavizzarci tutti e venderci al miglior offerente indiano.
Il suo piccolo faccino angelico e innocente è solo una maschera al grande complotto che sta creando; Matteo ha una sola missione nella sua vita: salvare la sua principessa (chiama così sua mamma Sara) da ogni pericolo anche se non si rivela tale. Sara ha rifornito il suo protettore con delle armi di legno, una spada che non taglia nemmeno il purè e uno scudo medievale per difendersi da attacchi esterni di altri bambini nemici.



Gefrees è un piccolo villaggio a 40 km da Bamberg, un paesino in campagna sperduto e armonioso con la Natura che lo circonda.
Non ci sono molti abitanti, ma sembra essere accogliente e vivace. C'è anche un kebab.



Terminata la visita a Siglinde, la sorella del nonno, facciamo una passeggiata nel parco del paese.
Mentre lo attraversiamo un uomo cerca di reggere un albero cadente e ci allarma sull'imminente pericolo. Nessuno di noi velocizza il passo dubbiosi sul a farsi, mentre baby beer affronta l'albero cercando di finirlo definitivamente. Viene distratto dal suo omonimo nuovo migliore amico Matteo, che non spiaccica mezza parola di tedesco e comunica in bergamasco col piccolo crucco.

Michael scopre che la causa del crollo della pianta è di un grosso castoro e, non appena impara la traduzione in tedesco, non fa altro che ripeterla per tutto il tempo, scoprendosi un poliglotta mancato. Michael conosce a tratti anche l'inglese, cerca di evitarlo se possibile, ma quando è costretto ad usufruirne, lo mescola con un pò di bergamasco e italiano, il che rende le comunicazioni assolutamente impossibili (ricordiamo la sua celebre domanda a Chris il primo giorno " What is sto che qua?").

Ax e Luca si divertono a perseguitare baby beer facendogli agguati spaventosi e sommosse belliche. Baby beer si difende a colpi di pistole, fucili e spade. Il gioco termina non appena il piccolo Matteo inizia a correre con lo scopo di farsi seguire: tale impegno e sforzo fisico è assolutamente irraggiungibile per i due sodi.







Dopo una rilassante passeggiata, ci concediamo la vergogna di pranzare al McDonald. Per Teo la notizia può solo che renderlo appagato e giulivo di trovarsi nel suo ambiente culinario preferito.
Io ordino due panini, ma ne mangio solo metà di uno perché lo sguardo schifato di Francesca mi perseguita e mi fa sentire colpevole. Dovrei mangiare più spesso a pochi centimetri di distanza dal suo respiro, così facendo potrò finalmente perdere i troppi chili acquisiti, attraverso però l'anoressia.


Laura e Vero, le sorelle doppelpack (prendi due paghi uno) si lanciano uno sguardo complice ed ordinano lo stesso panino. Le due sono molto legate tra loro, hanno vissuto in simbiosi fino all'adolescenza e separarle era come estrarre la spada nella roccia. Ci è riuscito solo il tempo: Laura si è dedicata allo studio intenso e continuativo, rinunciando ad una reputazione da bad girl. Il suo carattere è introverso e solitario, così come da piccola: odiava andare all'asilo lamentandosi con la madre, che la accontentava il più delle volte.
Il suo aspetto minuto e piccolo è rimasto lo stesso da quando aveva tre anni, quando si nutriva solo di succo alla frutta. Sua sorella gemella di due anni più piccola, Vero, ha trascorso i suoi primi tre anni di vita a piangere, per questo è stata soprannominata "mäh(tipico verso che fanno i capretti quando non trovano la mamma). Vero, infatti, era una mammona che non si addormentava senza aver afferrato l'orecchio della madre. Vero era anche una bambina psicopatica che prendeva a testate i muri quando si arrabbiava.
L'altro gruppetto, Luca, Francesca e Sara, invece, sono più legati tra loro avendo quasi la stessa età. Luca amava bulleggiare con Sara, tant'è che lei veniva chiamata "zietsch" per via dei pianti ai quali la costringeva Luca. Francesca, fino alla tenera età di due mesi era inconsapevole dell'esistenza di altri due bambini, ma raggiunti i tre mesi di vita ha voluto raggiungere il loro livello celebrale. Veniva soprannominata "knatsch", perché frignava di fronte alle imprese adulte di Luca e Sara, come fare i bisogni sul vasino. Anche lei, dunque voleva ottenere tale autonomia, rinunciando per sempre al pannolino a meno di un anno e affrettandosi a camminare a soli nove mesi, nonostante si sia presa con comodo la propria nascita tardandola di dieci giorni (forse ha voluto studiare la situazione ancora per un pò dal grembo).
Luca invece, è stato un maestro sopratutto per Vero: le ha insegnato a prendere a testate i muri durante i momenti di forte rabbia. Bambino problematico e con tendenze psicologicamente interessanti, Luca amava andare a caccia di lucertole, ragni, formiche e qualsiasi insetto schifoso diventava il suo migliore amico. Questo amore gli è rimasto nel tempo, tanto da portarlo ad adottare un ragno, battezzato Roger, di grosse dimensioni col quale divideva la stanza. Alla tenera età di 25 anni. Il ragno era libero di camminargli in faccia mentre Luca dormiva con la bocca aperta.
Roger un giorno ha lasciato la stanza, incapace di convivere con una bestia così disordinata.

Tutti e cinque sono legati da un legame insormontabile, qualcosa che va al di là dei singoli caratteri e scelte di vita. L'amore che provano l'un l'altro è così forte e intenso che nulla potrà mai distruggerlo e comprometterlo. Luca è considerato la pecora nera, l'unico maschio vittima di qualsiasi sfaso femminile e colpevole assoluto di ogni crimine esistente, probabilmente è stato adottato o scambiato alla nascita, ma la cosa più importante per lui solo le sue sorelle e Sara (io ovviamente sono al primo posto).  Nonostante non si scambino mai parole d'affetto troppo esplicite ma solo minacce di terrore, ognuno di loro sa che può contare sugli altri per tutta la vita.



Comunque. Ax continua a scoreggiare in modo umanamente impossibile e la domanda sorge spontanea: avrà abbastanza spazio per gli gnocchi che cucineremo stasera Luca ed io? Chris sicuramente sì.

Ci avviamo verso casa, ma prima dobbiamo lasciare Matteo da suo papà che sta facendo arrampicata in una palestra a dir poco spettacolare nella periferia di Bamberg. Luca ed io rimpiangiamo i bei momenti trascorsi ad arrampicare non appena vi entriamo, e colti dall'eccitazione, convinciamo anche Vero a seguirci in questo sport non appena rientrati dalle vacanze. Vero stranamente reagisce in modo positivo, non odia anche questa cosa.
Quello che non si immagina però, è che anche le pareti per i bambini risultano faticose e fisicamente impegnative per noi.

Perveniamo a casa, dove decidiamo di non fare un emerito cazzo  fino alle sette, al limite del "merda è troppo tardi per gli gnocchi".
Mentre ci riscopriamo, o meglio confermiamo la nostra natura di buoni a nulla, Teo e Luca si sfidano alla Play coinvolgendo ancora una volta Michael e Chris. Ax spende il suo tempo a fumare sigarette sul balcone e quando rientra svapa con la sigaretta elettronica. Teo, tra un respiro e l'altro, si fa selfie a raffica, mentre Sara crea acconciature da principessa sui capi delle ragazze.
Sara è bravissima ad intrecciare i capelli, lo dimostra la bellezza quasi incantevole delle tre sorelle che sembrano tre principesse dell'impero Asburgico.

Teo continua a perdere, e come ultima chance rievoca il suo gioco preferito, che purtroppo o per fortuna, si è dissolto nel nulla scomparendo per sempre. Mentre buona parte dei temporanei coinquilini è alla ricerca dell'unica gioia di Teo, Luca si fa scappare una terza gomitata per la terza sera di fila ad una bottiglia di birra, rovesciandone il contenuto. Forse è il caso che iniziamo a cucinare.

Dopo aver sfinito ogni muscolo sfruttato per l'impasto e dopo aver infornato tre polli, possiamo iniziare a cenare verso le nove di sera.

Ax e Vero indossano una camicia da fattoria americana, Laura sembra una contessa elegante e delicata, Teo ha perso le parole oltre che le speranze e oltre ogni sfida propostagli, Chris ha già divorato intere provviste mensili ed ha ancora fame.
Francesca, sentendosi inutile fin ad allora dato che non ha cucinato o sistemato qualcosa, provvede subito ad apparecchiare facendosi obbligatoriamente seguire da Michael, il quale sorride ai bicchieri trovandoli simpatici e abbastanza comunicativi. Luca indossa la tuta al quale è molto affezionato, dato che non la cambia da almeno due settimane. Le sue sorelle lo pressano per cambiarsi e rendersi se non elegante, almeno guardabile sopratutto perché è sporco di impasto. Ma il ribelle non osa ascoltarle e fa prevalere la sua natura da zozzo.

La serata prosegue scintillante, a ritmo di Gigi d'Ag e rifornimenti infiniti di birre deutsche.
Verso le undici decidiamo di raggiungere il centro della città, a un'ora a piedi supportati da Sara che ci raccomanda di non lasciare le ragazze sole a causa di spiacevoli episodi passati.
Devo tenere sotto stretta sorveglianza Luca, quindi, onde evitare che venga violentato da qualche maniaco barbone turco o rapito dai polacchi per essere rivenduto alla mafia giapponese.





















Ax ha qualche leggero problema di comprensione riguardante lo zaino pieno di birre: ognuno di noi gli consiglia/ordina cose diverse, alla fine decide di portarselo, in nome della sconvoltezza che lo contraddistingue da altri esemplari animali. Lo segue il suo amichetto Luca, che lo incoraggia a fare stronzate, il suo unico passatempo poiché sta ricevendo minacce ed insulti dalle sue sorelle per via dei pantaloni sporchi e lerci.

Raggiungiamo un vasto parco e meno di dieci minuti dalla mezzanotte. Qui ci divertiamo coi fuochi d'artificio per poppanti che ha procurato Matteo e, nonostante l'innocenza dei petardi, rischiamo di perdere le mani. Laura ed io ci allontaniamo il più possibile dai botti, ma per poco non ci cade in testa uno di questi, che ha avuto una rotta breve ma decisa.

Manca poco alla mezzanotte e ci dirigiamo verso una collina, dove si trovano numerose persone che però sembrano inesistenti, forse a causa del tasso alcolico o semplicemente dell'atmosfera quasi surreale che ci avvolge: la collina, infatti, è circondata dall'intera città e la vista è magnifica. Siamo anche coperti dalla vasta stellata che ci accoglie in questa notte di fine 2017.

Tre, due, uno! Scoppia il putiferio, si stappano bottiglie di spumanti a caso e un deficiente corre coi fumogeni (vietati). Ci abbracciamo tutti e iniziamo a bere per affrontare al meglio questa serata.

La collina è circondata da luci e fuochi d'artificio in ogni angolo della città, la commozione per quest'atmosfera ne fa da padrona, ma Sara ci ordina di sbrigarci a raggiungere il centro, dove avrebbe salutato le sue colleghe.
Corriamo per seguirla, anche se la scelta della scorciatoia appare mortale: dobbiamo attraversare uno strettissimo pezzo di fiume su delle rocce postevi all'interno.
L'iniziativa di rivela difficoltosa, in particolare per il livello alcolico che circola nelle vene, ma con qualche timore e fobia che si annulla da parte mia, riusciamo ad arrivare alla riva opposta.

Il centro storico di Bamberg sembra il Magnolia estivo, con la differenza che nessun milanesotto ti vomiterà sui pantaloni. Salutiamo le colleghe di Sara, la quale ci indirizza verso un pub della zona.

All'ingresso si trovano due buttafuori che ci controllano uno ad uno. Superiamo gloriosamente tutti la perquisizione, mentre aspettiamo l'ultimo della fila, Luca.
Viene ispezionato dai due gorilla, ma non può entrare: gli puntano la torcia sulla tuta sporca di grasso e impasto di gnocchi e lo invitano ad andarsene.
Il viso di Luca assume un color bianco pallido, poi d'improvviso diventa rosso fuoco, poi verde vomito. Il contrasto dei suoi sentimenti in pochi secondi lo irrigidisce e non sa reagire. Rimane immobile, si piscia addosso. E' dispiaciuto per Sara, si vergogna di se stesso, è intimorito dalle sorelle che gli hanno urlato per tutta sera di cambiarsi, si sente impotente di fronte agli altri uomini, evita il mio sguardo di disprezzo e prova rabbia per la situazione abbastanza ridicola. E' un arcobaleno di contrasti e colori.

Le sorelle di Luca sono furibonde, ma mai quanto Sara. Luca ha appena rovinato i suoi piani, ed è costretto a dover seguire Chris a casa sua (abita in centro), per poter indossare dei pantaloni decenti. Lo seguo per precauzione.

Dopo essersi cambiato, con la grande paura di scoreggiare nei pantaloni di Chris, esce a capo chino e insieme ci avviamo verso gli altri.
Ma, per qualche strano motivo, gli altri se ne sono andati e ci diamo appuntamento al Bolero, disco pub esattamente di fronte casa di Chris. Ci tocca tornare indietro e riconoscere l'inutilità del percorso intrapreso.

Il Bolero è un locale pieno di zoccole e vecchi abbordatori, ma si intravedono anche persone normali.
Qui Ax, Vero e Sara sfruttano la sbronza per ballare senza vergogna. Noi altri invece, siamo stanchi e privi di forze fisiche. Ce ne stiamo immobili nel bel mezzo della pista come fossimo dei pali, scambiati per tali da qualche milf, decido di uscire a prendere aria, portandomi dietro Luca.

Dopo più di mezz'ora torniamo per capire le intenzioni degli altri, ma la situazione sta degenerando sotto ogni aspetto. Ax sta per ballare la lap dance, seguito da Vero che ha assunto un colorito rosso pomodoro sulle guance, tipico di un alto stato di ebrezza. Sara non è da meno, ordina un vodka redbull non appena si accorge che la sbronza sta calando. Perfino Chris tenta timidi movimenti di ballo, abbracciando la sua onnipresente bottiglia di birra.
Anche per gli altri la situazione è peggiorata: Francesca e Laura hanno lo sguardo più scazzato del solito, stanno per addormentarsi e la stanchezza pervade anche i loro boyfriends.



Decidiamo di tornare a casa, ma Sara vuole rimanere. La salutiamo nella speranza di poterla rivedere ancora viva domani.

1 GENNAIO

Si prospetta ancora una lunga notte, dobbiamo tornare a casa a piedi e siamo già esausti al solo pensiero. Michael e Teo, con le rispettive ragazze, vogliono tornare in taxi e, convinti di averne avvistato uno, ci abbandonano augurandoci buona fortuna.

Siamo rimasti noi, la banda dei fumatori seriali, i quattro che hanno sconfitto la morte in terra polacca affrontando situazioni di pericolo ogni giorno. La forza di gruppo ci ha portati alla vittoria contro ogni animale selvatico e ogni minaccia proveniente dalla Natura. Niente può dividerci e niente può sconfiggerci costringendoci alla divisione.
 Niente, tranne l'alcool. Litighiamo in meno di cinque minuti, tutti contro tutti. Rimango da sola, abbandonata persino dal mio uomo nelle sperdute vie di Bamberg, dove nulla è prevedibile.
Luca mi rincorre dopo qualche minuto, probabilmente ha paura di stare da solo, e raggiungiamo casa incazzati.
Ax e Vero arrivano verso le cinque e mezza di mattina, siamo costretti ad aspettarli non avendo le chiavi. Fanno la loro comparsa insieme all'alba, e ci corichiamo subito a letto.

Questo 2018 ha avuto un inizio proprio fantastico, sopratutto quando scopriamo che gli altri quattro hanno anch'essi litigato tra loro e non sono riusciti a prendere il taxi.

Pace, carote e patate. Tutto torna come sempre senza nemmeno il bisogno di parlarne, perché in amicizia, in amore e in famiglia è così.

Oggi pomeriggio torneremo in centro a Bamberg per visitare il castello.
Viene anche baby beer, che appena adocchiato il suo amico Matteo, cerca di schiavizzarlo.

Il castello però è chiuso, e l'alternativa a cui ci rivolgiamo è fare una passeggiata nel centro storico.












Michael, Francesca, Laura e Teo torneranno a casa domani, noi altri dedicheremo un giorno in più in compagnia di Sara. Non appena tornati a casa, dunque, preparano le valigie e trascorriamo la serata in sala, a consumare birre e osservare Luca che supera il record di demenza rovesciando un'altra birra. Torna a giocare con Teo dopo aver tentanto di asciugare 66 ml di liquido con un solo pezzo di scottex. Nel frattempo Ax legge le carte (quelle normali) a tutti noi, scoprendosi una veggente e rovinando ogni speranza a tutti.

2 GENNAIO

Gli altri sono partiti questa mattina presto, e poco dopo le dieci ci troviamo soli: Sara è andata in tribunale per il divorzio.

Andiamo a comprare quel che più ci mancherà della Germania, birre e salsicce, facendone abbondante scorta. Verso mezzogiorno ci raggiunge il papà di Sara, Fili, con dei vecchi amici residenti in Italia:Alessandro con compagna Clelia ed Ezio, con la moglie Margherita.

Decidiamo di trascorrere il pomeriggio con loro, nel centro di Bamberg dove ci saremmo riuniti con Sara.

Lasciamo la macchina nel parcheggio sotterraneo che ci indica Fili, col timore di spendere ogni centesimo rimasto. Scendiamo dalla decrepita Clio di Ax e, mentre quest'ultimo apre la portiera e scende dall'auto, nota una grossa vite accanto alla ruota.
Interviene Luca che cerca l'origine e la funzionalità di tale oggetto, ma non ne capisce l'utilità quindi tenta di sbarazzarsene. Viene improvvisamente fermato da Ax che, vedendo la propria portiera penzolare e quasi staccarsi dall'auto, capisce che è sua.
Con l'aiuto degli adulti sconvolti che hanno trascorso una giovinezza più ridicola della nostra, aggiustiamo in modo casalingo anche questo problema. Il tutto si sposta da uno sfondo drammatico ad ironia e divertimento. Ma non c'è niente da ridere, dato che Chris ci ha comunicato che domani ci saranno bufere di neve e uragani sul passo del Brennero.























Alessandro continua a scattarci fotografie come fossimo delle modelle sexy o l'aurora boreale, Clelia cerca di conoscere meglio tutti noi e pare incuriosita dal nostro barboneggiare qua e là. Margherita curiosa tra negozi, mentre Ezio si isola dal gruppo e non accenna al minimo sentimento, se non avessi sentito che chiedeva scusa ad un'anziana appena spintonata per sbaglio, avrei continuato con la convinzione che fosse muto.

Fili invece, si mostra dinamico e iper attivo. Indossa delle scarpe da metallaro anni 80, uno zaino abbastanza comunista e un berretto dell'Italia. Non sono riuscita a conoscerlo dettagliatamente, ma ho colto la sua personalità non appena Luca mi ha raccontato che al concerto degli AC/DC a Bologna nell'88, Fili si è piazzato all'uscita a perquisire uno ad uno i partecipanti affinché trovasse chi gli ha rubato il giubbetto di pelle. E' riuscito nell'impresa.

E' arrivata anche Sara, con una bottiglia di spumante per festeggiare il suo appena riconquistato stato libero. Ci mostra anche le foto col suo ex marito subito dopo la sentenza e ci rivela il segreto per un buon rapporto dopo essersi lasciati:

COSA NON BISOGNA FARE:



COSA BISOGNA FARE:



Secondo Alessandro il miglior modo per avere un buon rapporto con l'ex coniuge dopo il divorzio è non sposarsi.

Salutiamo gli sconvolti senior e ci dirigiamo verso una birreria per comprare delle botti, seguendo Sara.
La ragazza ha prenotato un tavolo al ristorante all you can eat per stasera, dove potremo abbuffarci con carne di coccodrillo, zebra, rana e canguro.

 Chris si trova nel suo ambiente preferito: cosa potrebbe saziarlo più di un all you can eat? (Probabilmente un all can eat 24 ore su 24).



Dopo aver raggiunto il Nirvana di pienezza, ci dirigiamo a casa dove c'è un solo bagno e tutti abbiamo urgenza di comunicare con la Natura. L'odore forte e pungente non fa altro che aumentare lo schifo che facciamo.
Ci corichiamo in attesa di un risveglio quasi imminente.

3 GENNAIO

Abbracciamo Sara e Chris con la promessa di rivederci a Pasqua, mentre le condizioni climatiche stanno sempre più peggiorando.
Piove ogni minuto più forte e i tergicristalli di Ax producono lo stesso rumore che echeggia il guidatore di notte.

La situazione va di male in peggio, in particolar modo avvicinandoci all'Austria. La pioggia pian piano cambia aspetto mutandosi in grandine e infine in neve.

Sul passo del Brennero la coda per maltempo è scontata, procediamo a passo d'uomo mentre gli spalaneve puliscono strade del cazzo secondarie.
Luca ne approfitta per scendere e divertirsi come un bambino, proprio mentre il ritmo inizia a velocizzarsi. Ci rincorre impaurito, ma anche felice e divertito.







Torniamo a casa alle otto, dopo aver battibeccato anche stavolta sulla strada più breve da percorrere.

Questa è la prima vacanza che abbiamo trascorso tutti insieme e vorrei ringraziare brevemente chi ha condiviso con me questi giorni. Grazie di avermi accolta nella vostra famiglia, così inusuale e dinamica. Grazie di avermi accettata e di farmi divertire ogni volta.
Grazie anche ad Ulrike, mamma di Luca, Francesca, Laura e Vero per avermi fornito perle sulle vostre abitudini infantili che ho provveduto a usare contro di voi.


"I legami affettivi hanno il sapore
dell'inverno: il freddo che ti fortifica e ti tempra
e il tepore del focolare per rigenerarti dalle fatiche quotidiane"