mercoledì 22 marzo 2017

Baita Paraculo



DOMENICA 19 MARZO 


Mi trovo in un campo di girasoli altissimi, sto correndo con un vestito bianco mentre spicco il volo verso il cielo.. sempre più in alto, sto per raggiungere le stelle... finché..
Finché quella sveglia cazzuta non suona. Sono le sette, è domenica e sono tornata a casa solo tre ore prima. Vorrei rimandare il buongiorno al mondo, ma Beppuzz mi scrive un messaggio annunciando il suo arrivo tra qualche minuto.
Sì, perché oggi andiamo in val Gandino e Beppuzz è in ansia dal lontano 1998, ha già organizzato tutto nei minimi dettagli e se fossi scesa 56 secondi più tardi sarebbe stata la mia fine. Abbiamo delle regole prestabilite da seguire: prendere Marco, poi Luca, infine Viviana. Non saremmo dovuti andare al Pacì ieri sera, infatti Luca mi chiede di poter passare prima da Viviana. Ho timore nel dirlo a Beppuzz che, appena mi vede, inizia a spiegarmi quanti chilometri può fare con i litri di benzina rimanenti iper pimpante e pronto per la scalata del K2. Espongo al sofista napoletano le ragioni per la quale Luca ha bisogno di qualche minuto in più, e mi risponde con una serie di calcoli e versi nasali, il tutto guardando in modo ossessionato l'orologio al polso. Capisco subito che le medicine non bastano per combattere la malattia che lo affligge dal giorno del diploma, l'analfabetismo, ma intuisco che accetta, dunque andiamo da Marco. Il nostro simpatico amico nonché collega di Beppuzz e Luca e mio compagno alle medie, avrebbe già dovuto essere fuori casa, ma non c'è. Beppuzz si fa prendere dall'agitazione, gli scrive un messaggio alle 7.49 e alle 7.50 gli telefona. Beppuzz è in ansia, non è mai stato peggio: le sue previsioni sono state distrutte dai ritardi di tutti i suoi compagni d'avventura, ma, non appena radunata la truppa, partiamo per le nove e mezza circa, fermandoci all'Unes per qualche provvista. Durante il viaggio l'esaltazione di Marco non coinvolge nessuno perché Luca parla con se stesso con una leggera voce da travione appena sveglio, Viviana sembra non esserci e io vorrei dormire. Beppuzz non parla ma quando lo fa se ne esce d'improvviso con strilli spaccatimpani, come quando andiamo al cinema con lui: commenta qualsiasi scena del film urlando, ma nessuno ha il coraggio di zittirlo appena capisce che è napoletano. Non posso appisolarmi con una tromba di fianco.
La destinazione ci è stata consigliata da uno dei colleghi dei tre uomini che oggi proteggeranno Viviana e me da qualsiasi pericolo, e il punto d'arrivo è il rifugio Parafulmine, a Gandino.
Seguiamo il navigatore che ci porta su una strada stretta e non asfaltata che Beppuzz percorre con un panico esorbitante. Quest'uomo è prigioniero di se stesso e della sua mente che allo stesso tempo è schiava di se stesso, un sali e scendi di emozioni turbano Beppuzz che stenta a credere alla potenza della sua City car: è in grado di percorrere tornanti stretti e salite esorbitanti. Sembra che il conducente faccia di tutto per far cagare alla guida, è peggio di me. Colgo l'occasione per chiedere scusa a quelli che sono stati fermi 17 minuti, ad aspettare che facessi quel maledetto parcheggio a S un domenica di dicembre a Bergamo, le vostre bestemmie mi hanno convinta a cercare un altro posto dove parcheggiare.
Comunque.
Mentre saliamo sempre di più, un cartello ci informa che da lì in poi parcheggiare la macchina sarebbe stato a pagamento, perciò la lasciamo esattamente davanti al cartello (un gentile vecchietto ci aveva predetto di un bollino per poter parcheggiare, ma beppuzzfuckthesystem non avrebbe mai dato tre euro allo stato mafia corrotto).
Scendiamo e ci prepariamo alla camminata che ancora non sappiamo quanto dura. Beppuzz mani-di-telefono è pronto col navigatore a farci da telecronista, Viviana cerca di capire se ha caldo o freddo togliendosi e rimettendosi la felpa, Marco la osserva con gli occhi di un principe mentre si trova nel bel mezzo del pisciatoio popolare e animale, nel frattempo Luca inizia a lamentarsi. No perché di qua, no di là, dov'è l'acqua, questo quello.. SBAM, un calcio rotante in pieno culo dà il via alla lunga camminata descritta come faticosa la prima ora, dopodiché si sarebbe addolcita, o così hanno capito i tre ruba soldi dipendenti della Same.
La partenza non è delle migliori: Marco si appiccica a Viviana e viceversa, si stringono la mano, si abbracciano, le loro pupille prendono la forma di piccoli cuoricini luccicanti, si sfiorano e sorridono a vicenda creando un alone a forma di cuore rosso e profumato di rose.
Quasi mi emoziono, vorrei provare anche io quella sensazione e subito guardo il mio uomo. "Cazzo vuoi?", mi domanda con un viso da culo merdoso.




Beppuzz nel frattempo assume sembianze inanimate, sta diventando una doccia. Le gocce di sudore fanno a gara a chi raggiunge prima il naso, come la pioggia sul finestrino di un'auto.
La nostra meta è ancora sconosciuta, ma quel che ci turba maggiormente è quanto manca.
Ci fermiamo per una pausa, mentre Beppuzz è a due metri più avanti. Lo chiamiamo, ma pur di non percorrere una seconda volta quei pochi centimetri, preferisce chiudersi nella sua bolla isolante e non cagarci, con la classe che solo lui può possedere.



Crediamo che il tanto atteso percorso hard sia giunto al termine: ci troviamo, infatti in un'immensa prateria. C'è anche un'enorme croce, dei tavoli e un bivacco. È scontanto che dobbiano fermarci, siamo i re delle pause.
Questa ha una lunga durata, ce la siamo meritata dopo la fatica e il sudore che contraddistinguono soprattutto Beppuzz, diventato rosso porpora. Emana fumo dalle orecchie, probabilmente il panino che si sta divorando si è scaldato avvicinato a pochi millimetri dal suo volto ardente.
Il paesaggio è mozzafiato, ne è valsa la pena, probabilmente più su dev'essere ancor più bello, ma ci godiamo questa sosta circondati da pini verdi, qualche timida macchia fiorita in mezzo ai prati che annuncia la primavera e stupende montagne innevate che ci circondano.








È ora di ripartire, gambe in spalla raccogliendo le energie necessarie per un'altra ora di sentiero.
Le praterie vaste nascondono le ultime chiazze di neve rimaste, che si sciolgono lentamente al sole (o perché si sta avvicinando beppuzz uomo torcia e sudore).
Ad un tratto scorgiamo quello che definiano un piccolo lago ghiacciato perciò ci dirigiamo quasi di corsa. 






Non è un lago, ma un misto di acqua piovana e urina che si è congelato diventanto il nostro campo per una gara a chi lancia il sasso più lontano. Vince Marco, che dedica la vincita a Viviana e la abbraccia ancor di più. Questo ragazzo soffre di sindrome sanguiamorosa: è una sanguisuga che non si stacca mai dalla sua ragazza, nemmeno dopo due ore di camminata e la probabile puzza corporea o presenza altrui. Sono sempre più ammirata dalla loro complicità che mi avvicino a Luca per imitare i nostri compagni innamorati. "No, dai. Fa caldo, levati dalle palle".
Beppuzz osserva le due coppie che incarnano perfettamente l'una il contrario dell'altra, questi due estremi solo talmente evidenti che la sua reazione è quella di dover sudare ancora di più e fregarsene il cazzo, proseguendo da solo con i suoi fedeli bastoni.
Ci troviamo ora esattamente di fronte ad un bivio: destra o sinistra? Si vedono due costruzioni, entrambe simili al rifugio meta del nostro traguardo, ma non ci capiamo una sega. Nemmeno la saggia decisione di Beppuzz di portare il binocolo ci aiuta, se il ragazzo l'avesse usato per osservare le due case e non il culo delle signore avremmo trovato una soluzione.





Dopo discussioni più o meno animate, il capobranco comunista Lu-che orienta i suoi fratelli verso sinistra, convinto che quello fosse il rifugio Parafulmine.
Ma il cazzo: appena giunti capiamo che quella casetta è una specie di stalla e il vero obiettivo si trova a un'ora ancora di cammino, alla destra del bivio.
Non ce l'avremmo mai fatta, lo guardiamo da lontano cercando di scorgere un bar, solo in quel caso infatti, avremmo pensato di raggiungerlo.
Siamo stanchi però, mangiamo e ci tuffiamo sul campo a riposare. Appena Luca si sdraia, si addormenta e come, fosse una lavatrice piena di chiodi, inizia a russare. Cerco di capire a cosa può avvicinarsi quel suono così macabro mentre mi immedesimo nel viandante sul mare di nebbia di Friedrich: la vista mi emoziona a tal punto da dover immortalare ogni tratto da qualsiasi posizione, quasi potessi riprovare quelle emozioni in futuro nel rivedere le fotografie.
Il prato accarezza il viso dormiente di Luca e un leggero vento gli sfiora la pelle, lo osservo come una madre col suo neonato mentre gli passo una mano tra i capelli e lo cullo come un bambino.
Il tutto mentre Beppuzz è dietro di me che ci osserva e grugnisce, come la morte fa con le povere vittime.








Ce ne andiamo dall'appena denominata Baiata Paraculo, dirigendoci verso un'altra costruzione per cercare dell'acqua. Il rifugio principale sarebbe stato impossibile date le nostre vergognose condizioni fisiche. Per fortuna c'è una macchinetta e ci riempiamo di bottigliette d'acqua.

È ora di tornare alla macchina, i genitori di Marco saranno preoccupati per il loro prezioso figlio che non ha fatto altro che chiamarli da stamattina, chissà se si fosse arruolato.
Luca ed io siamo in testa, ci segue Beppuzz che ormai si è fuso coi suoi cacchio di bastoni da passeggio, ultimi Marco e Viviana, sempre abbracciati a manina innamorati baci bacini sole cuore amore.
Beppuzz ci supera e crede di fare la figa di legno allontanandosi di oltre un centinaio di metri. Vediamo qualcuno che gli chiede informazioni, ma l'orgoglio che fino ad allora l'ha pompato perché era davanti, svanisce e Beppuzz cerca aiuto in noi per rispondere ai signori che gli hanno chiesto solo dove fosse diretto. Le opzioni sono tre: o non ha capito il corretto italiano usato per formulare quella domanda, o si è emozionato o, più probabile, non sa nemmeno lui dove sta andando.
Marco e Luca, i geni del male, escogitano uno scherzo a Beppuzz dato che l'opzione più ragionevole fosse proprio quella che non sa dove cazzo sta andando, ma fa il gradasso distaccandosi di varie decine di metri.
Ci troviamo proprio sullo stesso laghetto-piscia ghiacciato dell'andata e richiamiamo il lupo solitario verso noi.
Beppuzz non cenna a tornare indietro, dunque urlando gli facciamo credere che quello fosse un lago diverso, anche se del tutto simile al primo e che, dunque, stiamo sbagliando strada. Beppuzz non fatica ad urlare, usufruisce degli stessi decibel che usa al cinema nel bel mezzo della proiezione :" state segù??". Il credulone torna indietro e la falsa prosegue per qualche minuto. Beppuzz è preso dal panico, è iper agitato, crede davvero che abbiamo sbagliato ma Luca si fa sfuggire un sorriso che non inganna più Beppuzz. Il macho ci ringrazia con un tanto alto quanto gentile invito "Eeeeee vaffangù", queste le parole del Neruda napoletano contemporaneo.





Luca ed io proseguiamo la discesa sassosa di corsa, facendo a gara a chi arriva primo. Nei tentativi di barare e distruggermi il bastone col proprio, spezza il suo tre volte, rimanendo senza e facendosi stracciare al traguardo.
Terzo Beppuzz, che si spoglia e strizza la maglietta provocando pioggia a fondo valle.
Marco e Viviana non arrivano sul podio, ma giungono abbracciati vincendo su tutti e facendo trionfare l'amore.
Torniamo a casa stanchi, affamati e mezzo fusi da questa spendida giornata passata in compagnia in uno dei posti più belli delle alpi bergamasche.