giovedì 13 aprile 2017

Il castello di Zakula




DOMENICA 10 APRILE

Circa due settimane fa una geniale idea Axiana convince un gruppo di degenerati ultra adolescenti, solo anagraficamente, a dargli retta. La ciurma socialmente improponibile è così composta (in ordine alfabetico per caratteristiche rilevanti): Asociale Beppuzz, Barbaro Luca, Cazzaro Ax, Demenziale Eski, "Estroversa" Vero, Filosofica Marta e infine GrandeCapo Flores. Ah poi ci sono anch'io, insultatemi pure con le rimanenti lettere dell'alfabeto.
Mancano all'appello due personaggi che pensano di sfuggire a Volodia, ma la signorina Villa è indisposta, dopo essersi offerto di prendere la macchina e avvisandoci solo cinque minuti prima della partenza, prevista per le dieci.
Il Don Giovanni della bassa, Biffi, non dà spiegazioni ma probabilmente dovrà allenarsi per mantenere il suo titolo di campione mondiale in sollevamento di gente a caso, con conseguente mutazione in sacco da box per i poveri malcapitati.
Comunque.
Sono ben lieta e onorata di passare una giornata con il sempre sorridente Flores, membro dei famosi sodi di Fara (vedi la prima enciclopedia di storia e i primi testi di psicologia che trovi). Questo ragazzo ha contribuito socialmente per la sua cittadina: ha reso possibile l'aggiunta di Gera Babba nei cartelli, agendo per vie assolutamente legali.
Originario di Brindisi, Flores viene a conoscenza delle imprese e della politica pacifista di Gandhi, ne rimane talmente affascinato che decide di praticarla lui stesso, al contrario però: picchia chiunque, anche solo chi gli chiede una sigaretta.
Questo piccolo rubamerende di quasi trent'anni ha avuto esperienze di vita che hanno lasciato un segno indelebile nella salute mentale della madre: questa donna, infatti, ogni anno vince l'ambito premio "Madre dell'anno", anche se inconsapevole.
 Flores diventa una sorta di i(n)spirazione per i suoi amici che lo eleggono il Capo; gestire una massa di idioti rende Flores molto orgoglioso di se stesso. 
Flores ogni mattina si risveglia con ferite belliche e puntualmente non ricorda un cazzo, d'altronde usciva sempre solo per una birretta.
Flores è il fratello bianco di occhi pazzi della celebre serie Orange is the new black: la loro somiglianza fa saltare gli occhi fuori dalle orbite.
Soprannominato Maestrale, col tempo il Capo riscopre che sta avanzando con l'età, a confermarlo i capelli che cadono come foglie d'inverno, e che dunque è arrivata l'ora di far andare a pari passi il cervello e l'invecchiamento. Smette di lanciarsi sui suoi amici e di atterrare di faccia, addirittura di schiacciare le teste dei suoi compagni contro l'asfalto, Flores ora è un agnellino, fuma beve e bestemmia a ritmo incalzante, come fa ogni cattolico non praticante. Non smette di rimanere un esempio per la sua tribù: è un ragazzo sensibile e amichevole. Sa ascoltare come parlare di sé e far trasparire le sue emozioni. Flores è molto dolce, ha un cuore grande grande, un'altrettanta educazione e un animo buono: non si può non volergli bene, dunque ragazze, mettetevi in fila indiana per procreare un piccolo Flores (solo cinesi per compensare la grandezza degli occhi del nascituro).
Bene, ora che ho finito di leccargli il culo per paura che mi spacchi la faccia, torniamo alla nostra visita.



Come dicevo, Ax propone di visitare il castello di Zaluka a Cormano, dove la sicurezza regna sovrana per la posizione geograficamente strategica, gemellata per business con Abbiategrasso.
Vedo qualche video su Internet e mi sembra un'idea molto particolare, scopro anche che questa ex fabbrica EX abbandonata è ora la reggia del re Zak.
Qualcuno (non voglio dare meriti perché non se li merita) ci informa che dobbiamo chiedere allo zio Zak se possiamo visitare il suo castello e così facciamo: chiamo lo zio che ci dà appuntamento per domenica in tarda mattinata.
Non posso dire che passa a prendermi Beppuzz e soprattutto non posso dire che passa a prendermi in ritardo di ben sei minuti, dico solo che l'autonomia dei chilometri di chi guida, lo chiamerò Mister X, è sempre calcolata nel minimi dettagli.
Eski, un altro personaggio fuori dal comune che sta ancora cercando forme di vita in un universo parallelo da lui stesso creato il tutto mentre aspetta Godot, e Marta, la sua povera fidanzata che ha perso ogni speranza, ci stanno aspettando in piazza e, dopo aver raccattato anche Flores, partiamo.
Non troviamo subito il cancello d'entrata dove ci attende lo zio, ci giriamo intorno una decina di volte come dei polli, mentre l'agitazione fuoriesce dalle orecchie di Mister X sottoforma di fumo nero che compone bestemmie in napoletano.
Una volta raggiunto il traguardo, ci aspetta un simpatico faccione sorridente: è lui!
Si presenta a tutti noi con entusiasmo che viene ricambiato con tanto di curiosità e voglia di conoscere questo personaggio.
Ci accompagna nella sua reggia e notiamo subito opere d'arti che ci circondano creando attorno a noi una magica atmosfera piena di colori. Zak, prima di farci curiosare e fotografare, vuole conoscerci e ci invita a sederci sui divani della zona happy hour per offrirci una bottiglia di vino. La bottiglia di vino sarebbe dovuta essere la nostra, ma Ax l'ha dimenticata in macchina, insieme a quei due neuroni che non ha bruciato durante l'apice della vita sconvolt.
Zak si complimenta immediatamente per la nostra premura nell'avergli portato qualcosa: ci dice che facciamo veramente schifo.
Zak ha arredato il suo piano in modo fantastico: i colori, i disegni e qualsiasi opera d'arte predominano e contrastano alla cornice urbana che circonda il castello.
Varcare la soglia è come vivere un sogno dove qualsiasi angolo è una piccola grande magia, dove non ci sono spazi per sentirsi vuoti.
Tutto è merdavigliosamente condito dalle bestemmie dello zio, il quale sostiene che se non nomina il nome di Dio invano almeno ogni cinque minuti, questo si arrabbia. Il suo Dio però, non è un vero Dio se non ha le tette. La conferma ce l'abbiamo sotto gli occhi: corpi di donne nude nella maggior parte delle pareti.
Lo zio Zak ci intrattiene con discorsi che suscitano la nostra curiosità, parla di se stesso, di come è riuscito a rendere impareggiabile questo posto e tante altre cose. Ax si sente male, se non è lui al centro dell'attenzione gli esplode la tachicardia quindi tenta di dialogare con lo zio sparando stronzate, ma viene subito placcato e invitato a tacere. Lo zio lo nomina Bob Dylan, perché Bob Marley (raffigurato nella maglietta di Ax) è solo suo.
Zak ha impiegato tanto tempo per fare di questo castello un'esplosione di arte ed emozioni. Io credo che oltre ad esser diventanto il suo castello, sia rimasta ancora una fabbrica: una fabbrica di talenti, di colori, di arte, di giovani con mille idee ed esperienze da condividere.
Per lo zio la vita è stata molto dura, ma ora si sente appagato e molto felice.. ce lo svela tramite i suoi occhi quasi commossi e qualche imprecazione ai santi.
Nonostante le sofferenze, lo zio vede solo il buono che la vita e le persone gli concedono ed è quello che ci augura di fare.
Il via vai di gente che viene a trovarlo è numeroso e vario: artisti importanti, future star, bambini delle scuole ma anche teste di cazzo ignoranti alle quali Zak non pensa due volte prima di sbatterli fuori a calci in culo.
Dopo una lunga chiaccherata, ci invita ai piani alti del castello, non prima di averci mostrato il lato più sensibile di sé. La stanza della meditazione, dove Zak si rinchiude in se stesso senza rompi coglioni tra le palle che ostacolano le sue idee per scrivere e dipingere. Il bagno, dove Eski non vede l'ora di scaricarsi. (Gli uomini sono obbligati a pisciare seduti, pena una sprangata in testa dalla finestra orgogliosamente tirata dal re), la cucina, e ancora, la stanza da letto invernale ed estiva e i secchi d'acqua piovana, fondamentali per Eski che lascia una scia di carne e fagioli defecata.
Dopo aver riempito il generatore di benzina, lo zio scende con la promessa che dopo aver cucinato per noi, ci avrebbe lasciato del tempo per curiosare e fotografare il suo castello.
I suoi spaghetti ultra piccanti ci trasformano in draghi sputafuoco, ma rilassarsi su quel divano in mezzo ad orologi fermi ed arte varia e sensazionale, ci consola. Il tempo passa, ma qui sembra essersi fermato.
Gli occhi sono piacevolmente stimolati a scoprire ogni angolo e ogni parete e le orecchie captano solo bestemmie. Mister X, un uomo molto religioso che non si è perso la santa messa domenicale delle palme alle sette del mattino, reagisce in modo divertito al richiamo divino (o di vino?).
Arrivano anche altri ragazzi, amici di Zak, che devono finire i loro disegni. L'odore delle bombolette ci attira come mosche verso la merda e, tutti insieme, andiamo a sfracellare le palle ai writer facendo foto da ogni angolazione.
Probabilmente capiamo che siamo esperti solo in asciugatura di minchia, dunque esploriamo l'intero edificio.
Ci dividiamo in gruppi, non ci sono neri ma il primo che potrebbe morire è Mister X, di noia forse. Non fa foto, non parla, non respira.. bo, non capiamo le sue sensazioni. Fatichiamo anche a comprendere la conferma del suo divertimento, visto che la comunicazione avviene verbalmente.
Flores detto Bruce Springsteen, Vero e l'ombra di quest'ultima si stanno recando alla Coop per qualche provvista da lasciare allo zio, Eski e Marta appaiano di tanto in tanto.. immaginate di trovarvi in una ex fabbrica, da soli intenti ad esplorare stanzoni bui e deserti e in fondo al corridoio vedete Eski The Ring, confuso tra ombre e morte.
Comunque.
Luca, Mister X ed io vediamo tutti i piani dell'edificio. Luca cerca l'isolamento più volte ma non vorrei lasciarlo in balia di Eski e non vorrei lasciare me stessa in balia di Mister X, che sta già pensando all'ora esatta in cui torneremo a casa, spadella discorsi fatti solo di numeri e gnugniti.
Usciamo dell'edificio principale e curiosiamo quello di fronte: degli enormi disegni danno all'occhio e attirano la nostra intenzione di scattare a go go verso foto testimoni. Tranne Mister X che esce solo per una boccata d'aria.
Il tempo scorre e si è fatta l'ora di tornare,  Vero deve lavorare e Mister X impastare pastiere.
Salutiamo lo zio Zak che ci ringrazia, noi facciamo lo stesso. Lui ci ringrazia ancora, ma siamo noi a ringraziare lui che di conseguenza ripete la scena. Una scena triste che cerca di sfidare l'imbarazzo dei saluti finali, riuscita in modo penoso.
Promettiamo allo zio che torneremo a trovarlo con casse di birra e d'acqua, lui ci abbraccia uno ad uno. Sono sicura che conoscerci e passare del tempo tra di noi sia stato un momento dove ci siamo sentiti ricchi, e non di soldi dato che a malapena avevamo le monete per l'autostrada, ma ricchi di parole ed esperienze. (Continua...)















































Il ritorno è un trauma per Mister X, che si trova in parte Eski con un navigatore, probabilmente lo sta tenendo al contrario e Mister X inizia a sudare nervosismo. Luca da dietro fa foto in primo piano alle gocce di sudore di Mister X, che con charme lo manda a fangù.
Siamo convinti di voler tornare a trovare lo zio, questa non è la solita promessa che si fa ad ex compagni di classe "vediamoci prima o poi per un aperitivo", ma le cose che ci piacciono, ci piacciono solo se abbiamo voglia di riviverle.